SACRA CONGREGATIO PRO CULTU DIVINO                                                                              Prot. n. 2127/74   

SALERNITANAE 

 Instante Excellentissimo Domino Caietano Pollio, Archiepiscopo Salernitano, litteris 27 septembtis 1974 datis, vigore facultatum huic Sacrae Congregationi a Summo Pontifice PAULO VI tributarum, Calendarium proprium eiusdem archidioecesis et textus Missarum et Liturgiae Horarum iuxta idem Calendarium lingua latina et lingua italica exaratos, prout in duobus adiunctis exemplaribus prostant, perlibenter probamus seu confirmamus.

In textibus autem imprimendis mentio fiat de confirmatione ab Apostolica Sede concessa et textus impressi duo exemplaria ad hanc Sacram Congregationem transmittantur.

Contrariis quibuslibet minime obstantibus.

Ex aedibus Sacrae Congregationis pro Cultu Divino, die 25 februarii 1975.Jacobus Robertus Card. KNOX Praefectus A. Bugnini Archiep. tit. Diocletianen. a Secretis

 

CALENDARIO

GENNAIO

19 Ss. Archelaide, Tecla e Susanna, VV. e MM.Memoria (Per la chiesa di S. Giorgio in Salerno)

 FEBBRAIO

1 S. Felice, prete e martire  Memoria

 APRILE

12 B. Giuseppe Moscati, medico  Memoria

MAGGIO

6 Traslazione del Corpo di S. Matteo Ap. ed Ev. Memoria

13 Ss. Vescovi salernitani Memoria

25 S. Gregorio VII, papa  Festa 

LUGLIO

13 Dedicazione della Basilica Metropolitana (Solennità in Cattedrale) Festa

AGOSTO

3 S. Pietro, Vescovo di Anagni Memoria facoltativa

9 B. Giovanni Guarna, religioso Memoria facoltativa

30 Ss. Fortunato, Gaio ed Ante, martiri Festa                                                   

SETTEMBRE

5 S. Pietro, Vescovo di Policastro Memoria facoltativa                              

21 S. Matteo Ap. ed Ev., Patrono Principale della città e dell’Archidiocesi (Festa per 1’Archidiocesi) Solennità

26 B. Lucia da Caltagirone, vergine  Memoria

OTTOBRE

15 S. Alferio, abate  Memoria

 NOVEMBRE

5 Memoria delle Reliquie Memoria

 

 PER LA DIOCESI DI ACERNO

7 AGOSTO

S. Donato, Vescovo e Martire, Patrono Principale della Città e della Diocesi Solennità (Festa per la Diocesi)

 

UFFICI PROPRI

DEI SANTI DELLA CHIESA SALERNITANA

 

19 gennaio

SS. ARCHELAIDE, TECLA e SUSANNA,VERGINI E MARTIRI.

Memoria (per la chiesa di S. Giorgio M., in Salerno)

 Le sante Archelaide, Tecla e Susanna, originarie di Roma, subirono il martirio a Nola nel secolo IV, sotto il proconsole Leonzio. I loro corpi, da prima sepolti nel cimitero nolano, furono, nel secolo VII, trasferiti a Salerno e deposti nella chiesa di s. Giorgio martire, dove tutt’ora sono custoditi e venerati.

 Dal Comune di più martiri

ORAZIONE

O Dio, che allieti la Tua Chiesa nel ricordo delle Sante Archelaide, Tecla e Susanna, vergini e martiri, per la loro intercessione e il loro esempio concedi anche a noi fortezza e purità di spirito, per seguire Cristo sulla via della croce. Per il nostro Signore.

 1° febbraio

S. FELICE PRETE E MARTIRE Memoria

S. Felice, prete e martire salernitano, subì il martirio per Cristo, nella feroce persecuzione dell’imperatore Diocleziano. Le sue reliquie, già venerate nella Rocca Maggiore o Castello della Città, dall’Arcivescovo Alfano I furono deposte nel 1081, nella Cripta della Chiesa Cattedrale.

Tutto dal Comune di un Martire, eccetto l’Orazione.

ORAZIONE

O Signore, ascolta le nostre suppliche e, per intercessione del beato Felice prete, che non esitò a sacrificare la sua vita per Te, concedi a noi tuoi servi, di cercare sempre Te, con le nostre opere e di servire Te solo con tutto il cuore. Per il nostro Signore.

12 aprile

BEATO GIUSEPPE MOSCATI Memoria

Nacque a Benevento il 25 luglio 1880. A Napoli, dove con i familiari si era trasferito da ragazzo, compì gli studi classici coronandoli con uno splendido successo; iscrittosi alla facoltà di Medicina, ne conseguì la laurea, impegnandosi in seguito con somma diligenza e nell’esercizio dell’arte medica e nell’indagine scientifica attraverso numerose e interessanti pubblicazioni e nell’insegnamento dalla cattedra Universitaria. Nutrì una profonda pietà eucaristica e mariana, sollecito sempre e amorevole nella cura degli ammalati bisognosi, che molte volte sosteneva anche con generose offerte, curando insieme le anime e i corpi. Si addormentò nel Signore il 12 aprile 1927, fu proclamato beato il 16 novembre 1975, Anno Santo. Il suo corpo è venerato nella chiesa del Gesù Nuovo in Napoli.

 Dal Comune dei Santi: per coloro che hanno esercitato le opere di misericordia

Ufficio delle letture

SECONDA LETTURA

Dalla Omelia del Papa Paolo VI per la Beatificazione di GIUSEPPE MOSCATI

(AAS, 1975, pp. 714-717) Scienza e fede convergono nella ricerca trascendente della verità.

Tra le caratteristiche del Beato Moscati si possono mettere in risalto le seguenti:

È un laico, che ha fatto della sua vita una missione percorsa con autenticità evangelica, spendendo stupendamente i talenti ricevuti da Dio (Cfr. Mt.25 14-30; Lc. 19, 11-27).

È un medico che ha fatto della Professione una palestra di apostolato, una missione di carità, uno strumento di elevazione di sé, e di conquista degli altri a Cristo Salvatore!

È un Professore di Università, che ha lasciato tra i suoi alunni una scia di profonda ammirazione non solo per l’altissima dottrina, ma anche e specialmente per l’esempio di dirittura morale, di limpidezza interiore, di dedizione assoluta data dalla Cattedra!

È uno Scienziato d’alta scuola, noto per i suoi contributi scientifici di livello internazionale, per le pubblicazioni e i viaggi, per le diagnosi illuminate e sicure, per gli interventi arditi e precorritori! La sua esistenza è tutta qui: essa è trascorsa facendo del bene, a imitazione del Medico divino delle anime (cfr. At. 10, 38); il suo itinerario è stato percorso sacrificando tutto agli altri – se stesso, gli affetti familiari, il proprio tempo, il proprio denaro – nel solo desiderio di compiere il proprio dovere e di rispondere fedelissimamente alla propria vocazione; la sua vita è stata lineare e sublime, quotidiana e straordinaria, ordinata e pur protesa in un ritmo febbrile di attività, che iniziava ogni giorno in Dio, con le ascensioni eucaristiche della Comunione mattutina per poi riversarsi come una sorgente colma e inesauribile nella carità per i fratelli.

Come abbiamo detto, il nuovo Beato è stato un Medico e un Docente Universitario. Questa qualificazione di Giuseppe Moscati ci presenta un aspetto particolare, da lui vissuto e realizzato nella difficile temperie culturale del suo tempo, e che anche per noi uomini delle generazioni successive conserva il suo valore apologetico: e cioè l’armonia tra scienza e fede.

L’equilibrio tra scienza e fede fu per Moscati una conquista, certo; nell’ambiente in cui specialmente uno studente di Medicina doveva allora modellare la propria preparazione; ma fu anche e soprattutto una certezza, posseduta intimamente, che guidava le sue ricerche e illuminava le sue cure. Questo connubio vissuto tra scienza e fede ci fa intravedere infine qualcosa di quella che fu la «religione» di Giuseppe Moscati, quella per cui lo proponiamo alla imitazione e alla emulazione dei nostri contemporanei.

Essa fu semplice, sicura, pensata e studiata, professata con devozione lineare ma sapiente, con un’anima di fanciullo nascosta nella complessità del suo spirito grande e coltivato. Ma questa religione fu soprattutto viva, perché professata nell’esercizio della carità.

La fama del Professor Moscati brilla per questa fioritura instancabile, nascosta, eroica, di carità, che lo ha fatto spendere tutto per gli altri; nel beneficare i poveri, nel curare i corpi, nell’elevare le anime, senza chiedere mai nulla per se, fino all’ultimo respiro.

RESPONSORIO

Mt. 25, 35.36.40; Prov. 19, 17

R. Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ero nudo e mi avete vestito; malato e mi avete visitato. * In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

V. Chi fa la carità al povero, fa un prestito al Signore.

R. In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

ORAZIONE

O Dio, che nel Beato Giuseppe Moscati, insigne medico e scienziato, ci hai offerto un sublime modello di carità verso Te e i fratelli, fa’ che anche noi, per sua intercessione, vivendo in autentica fede, sappiamo riconoscere negli uomini il volto di Cristo Signore per servire in essi Te solo.

Per il nostro Signore.

6 maggio

TRASLAZIONE DEL CORPO DI

S. MATTEO, APOSTOLO ED EVANGELISTA,

Patrono principale della Città e dell’Archidiocesi.

Memoria

Le sacre Reliquie di S. Matteo, Apostolo ed Evangelista, dalla Lucania furono trasportate a Salerno, l’anno 954, dal principe longobardo Gisulfo I, essendo Vescovo Bernardo I.

Nell’anno 1081, l’Arcivescovo Alfano I le depose nella Cripta della Chiesa Cattedrale, costruita dal Principe Normanno Roberto Guiscardo, ed ivi sono venerate con somma devozione.

Dal Comune degli Apostoli, eccetto le parti che seguono

Ufficio delle letture

INNO

Salve, o giorno benedetto,

irradiato di splendori,

per le grazie del Patrono,

che ci colmano di doni.

Un mirabile tesoro,

 già nascosto agli occhi nostri,

è scoperto per prodigio

e donato a te, Salerno

S. Matteo ci protegge.

Egli ci ama come figli; 

per noi chiede con ardore

i favori da Gesù.

Col potente patrocinio

grazie impetra a noi dal cielo;

ci rinsalda nella fede,

ci prepara per la gloria.

O Gesù, gaudio pasquale,

noi, insieme col Patrono,

ti lodiamo con il Padre

e lo Spirito d’amore. Amen.

SECONDA LETTURA

Sermone di Alfano I, arcivescovo di Salerno

(sul Vangelo di S. Matteo c. IX, 9-13)

(Migne, P. L. 147, 1267).

Dove abbondò il delitto, sovrabbondò la grazia.

Il brano evangelico, che ora avete ascoltato, o dilettissimi, più di tutti gli altri insegnamenti del Signore è consolante per la coscienza afflitta dei peccatori; solleva gli animi abbattuti; allontana la freddezza della pusillanimità e della diffidenza e ridona la speranza del perdono a chi disperava di ottenerlo.

Chi ormai diffiderà del perdono, per le enormità dei suoi anche più gravi delitti, quando ascolta che il beato Matteo, mentre era tutto preso dalla avidità del denaro, non soltanto fu improvvisamente chiamato; ma fu anche scelto per due insigni ministeri della Curia celeste? Egli infatti fu eletto nel senato apostolico e nel novero degli Evangelisti, dei quali fu il primo; e questa dignità di apostolo e di evangelista fu conferita soltanto a Matteo e a Giovanni.

E come il nome Giovanni significa “grazia di Dio”, anche il nome Matteo significa “dono di Dio”; egli infatti meritò i doni di una duplice dignità, ricevendo la grazia del dono celeste e avverando il detto: “dove abbondò il delitto sovrabbondò la grazia”. Matteo fu il primo a scrivere la verità evangelica, ebbe il merito di essere guida e maestro degli altri evangelisti; a lui si applica in pieno il detto che lo proclama fedelissimo e degno di ogni stima: “Gesù Cristo venne in questo mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Anzi è appunto per questo che io ho ottenuto misericordia, affinché Cristo Gesù in me per primo avesse a mostrare tutta la sua paziente bontà, sicché servissi di esempio a coloro che crederanno in Lui, per avere la vita eterna”.

Per cui avvenne, che come ci riferisce il racconto evangelico, “mentre Gesù era a tavola in casa dello stesso Matteo, molti pubblicani e peccatori vennero a mettersi a tavola con Lui e con i suoi discepoli. Giacché mentre il rimorso della coscienza per le colpe commesse, poteva allontanarli dal Redentore, la familiare consuetudine di Matteo col Signore, li spingeva ad avvicinarsi a Lui. E vedendo un pubblicano vicino alla sorgente della pietà, con felice audacia non esitano ad accostarsi alla stessa sorgente con altri pubblicani peccatori.

Questa pubblica partecipazione alla fonte eterna è così espressa dal Profeta (Zac.13,1): “

In quel giorno zampillerà a favore della casa di Davide e degli abitanti di Gerusalemme una sorgente per la purificazione del peccatore”.

La sorgente coperta ed occulta è L’Unigenito del Padre, Iddio invisibile; la sorgente manifesta è lo stesso Dio Incarnato, che giustamente è chiamato sorgente manifesta della casa di Davide,perché tutti sappiamo che il nostro Redentore venne a noi dalla stirpe di Davide.

RESPONSORIO

R. La vostra tristezza, alleluia. * Si cambierà in gioia alleluia.

V.il mondo godrà, mentre voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza

*si cambierà in gioia, alleluia.

Lodi Mattutine

INNO

L’aurora sorgente nel cielo

ti annunzia giornate di gloria

o pia città di Salerno.

Ti è stato donato l’Apostolo,

il Martire invitto, che scrisse

la storia divina di Cristo.

La grazia celeste ti ha dato

in lui una salda speranza,

un pegno di vita immortale.

Offriamo un tributo d’onore,

coprendo di rose e di gigli

la Santa Sua tomba gloriosa.

Leviamo i nostri inni di lode,

di amore a Gesù Redentore

e al Santo Patrono Matteo.

O gaudio pasquale Gesù,

col Padre e lo Spirito Santo

ti amiamo e lodiamo in eterno.

Amen.

1 Ant. Onore, lode e gloria al nostro Dio, che ci ha ricolmati di grazia, con la sua infinita misericordia. Alleluia.

Salmi e cantico della domenica, settimana I

2 Ant. Dio ci ha visitati con la sua salvezza; ci ha mandato il suo Apostolo. Alleluia.

3 Ant. L’Arca  dell’Alleanza venne in mezzo a noi: essa contiene la legge di Dio: la manna celeste, la verga della potenza, in essa saremo benedetti. Alleluia.

LETTURA BREVE  Ef. 4,7-8

A ciascuno di noi la grazia è stata data secondo la misura voluta dal beneplacito di Cristo. E per questo dice: Ascendendo in alto, condusse schiavi una folla di prigionieri, e distribuì doni agli uomini.

RESPONSORIO BREVE

R.Li porrai sovrani su tutta la terra. * Alleluia, Alleluia.

V. Si ricorderanno del Tuo nome o Signore. Alleluia, alleluia.

Gloria al Padre. Li porrai sovrani.

Ant. al Ben. Sia benedetta l’infinita Maestà del Signore, che ci ha usato misericordia. Alleluia. 

Preci dal Comune degli Apostoli

ORAZIONE

O Dio, Tu che disponi che anche i corpi dei Santi siano venerati in diversi luoghi della terra, concedi, Te ne preghiamo, a noi che celebriamo la traslazione del beato Matteo, Tuo Apostolo, di passare dalla nostra vita di peccato a una vita santa. Per il nostro Signore.

Vespri

INNO

Rallegrati, esulta di gioia,

felice città di Salerno,

e sciogli i tuoi inni di gaudio

al Padre amoroso del cielo.

Donandoti il sacro tesoro,

l’Apostolo santo di Cristo

ti ha resa splendente di gloria,

più insigne di mille città.

In pegno di amore celeste

ti diede le sacre reliquie.

Matteo ti protegge dal male,

ti ottiene il perdono divino.

La forza del Suo patrocinio

da tutti i pericoli salva,

ché presso il Signore egli siede

e sempre intercede per noi.

Cantiamo al Signore la lode,

diciamogli grazie dal cuore,

pel santo, ineffabile dono,

concesso alle nostre contrade.

O gaudio pasquale, Gesù,

uniti all’Apostolo Santo,

ti amiamo col Padre celeste,

insieme allo Spirito Eterno. Amen.

1 Ant. Ecco la torre della nostra difesa; vivremo sotto la protezione del Dio del cielo. Alleluia. 

Salmi e Cantico dal Comune degli Apostoli.

2 Ant.Sacerdoti di Dio, offrite al Martire rose purpuree; offrite candidi gigli al custode della sacra vergine. Alleluia.

3 Ant.Questi è Colui che molto prega per il popolo; è il nostro braccio al mattino, è la nostra salvezza nella tribolazione. Alleluia.

Ant. al Magn.O Matteo, speranza nostra, la città che Ti scegliesti come sede, sarà il tuo riposo per sempre. Alleluia.

ORAZIONE come alle Lodi

13 maggio

SANTI VESCOVI SALERNITANI

Memoria

In questo giorno sono venerati i Santi Vescovi Salernitani che fiorirono nei secoli V-VII: S. Bonosio, primo Vescovo della Città; S. Grammazio, suo immediato successore; S. Vero, S. Eusterio, S. Valentiniano e S. Gaudioso.

Dal Comune dei Pastori, eccetto quanto segue.

SECONDA LETTURA

Dalla Lettera di S. Gregorio VII Papa a Sigfrido, arcivescovo di Magonza.

(Migne, P. L. 148, 432)

I Pastori non esitano a dare la vita per le loro pecore.

Se consideriamo quanto distano i giudizi divini dai giudizi umani, non troveremo nulla che ci possa servire di scusa nel supremo giudizio, per sottrarci impunemente all’impegno di guadagnare anime: non la perdita di beni materiali, non l’odio dei malvagi, non l’ira dei potenti, non la perdita della salute e della stessa vita. Questa infatti è la differenza fra i pastori ed i mercenari: costoro, preoccupati di sé e non delle pecore, abbandonano il gregge, quando è assalito e disperso e fuggono. I Pastori, al contrario, che amano le loro pecorelle, non le abbandonano mai nel pericolo imminente, e non esitano a mettere a repentaglio la loro stessa vita, per difenderle.

Per questo è necessario che noi mettiamo tutto il nostro impegno nei doveri del ministero pastorale, cercando sempre la gloria del Signore e la salvezza delle sue pecorelle, spronando i soci alla custodia del gregge e ammonendoli a precedere sulla retta strada le pecore loro affidate. Perché, se vediamo che i nostri fratelli commettono il male e noi taciamo, se vediamo che sbagliano e non ci sforziamo di ricondurli sul giusto sentiero, non saremo anche noi giudicati come operatori di iniquità e maestri di errori? Per quale causa il sacerdote Eli perì a Silo? Che cosa dice il Signore per bocca del Profeta? «Maledetto – Egli dice – chi non adopera la spada per uccidere». E intende dire: maledetto colui che non adopera la spada della predicazione per distruggere la iniquità.

Che altro fanno gli spiriti maligni, se non cercare continuamente di devastare la Chiesa di Cristo, col fuoco dei vizi?

Noi che siamo chiamati i sacerdoti del Signore, combattiamo per il nostro Re che fece ogni cosa dal niente, che non esitò a sacrificare la vita per noi, che ci promette un premio eterno.

ORAZIONE

O Signore, che mirabilmente aggregasti al Santi Pastori i nostri beati Vescovi, infiammati di divina carità e insigni per la fede che vince il mondo, concedi, Te ne preghiamo, per la loro intercessione, che anche noi, perseverando nella fede e nella carità, meritiamo di essere partecipi della loro gloria. Per il N. S. G. Cr.

25 maggio

S. GREGORIO VII, PAPA  Festa

Ildebrando nacque in Toscana nel 1028 circa; educato a Roma, divenne monaco benedettino; più volte fu inviato come legato dai Papi del suo tempo per la riforma della Chiesa, alla quale egli si dedicò strenuamente, dopo l’elezione alla Cattedra di S. Pietro nel 1073 col nome di Gregorio VII. Combattuto soprattutto dal re Enrico IV, morì in esilio a Salerno, nel 1085. Il suo corpo è degnamente venerato nella Basilica Cattedrale di Salerno, da lui consacrata.

Dal Comune dei Pastori, eccetto

quanto segue.

Ufficio delle letture

INNO dal Comune dei Pastori

Lodi Mattutine

INNO

(dal Proprio dell’Ordine benedettino)

Inneggiamo al Pontefice Sommo,

che, guidato da Voce Divina,

ispirato dall’alta sapienza,

fu dotato di forza e di ardore.

Come un nuovo, profetico Elia,

liberò dalle erbacce e dai rovi

i covoni del grano celeste,

la tua mistica vigna, o Gesù.

Precedeva con passo sicuro

e guidava alle fonti di vita

i fedeli affidati al suo amore,

per condurli alla Patria celeste.

Implorò 1a salvezza di Roma,

pronto a dare la vita pei figli,

tra le angosce di lotta crudele.

O Gregorio, dall’alto dei cieli

intercedi per noi, tuoi figli,

presso Dio Infinito ed Eterno,

cui sia lode ed onore per sempre. Amen.

1 Ant. Gregorio, ripieno della grazia dello Spirito Santo, non assunse di sua iniziativa l’onore ma salì alla dignità, perché chiamato da Dio. Alleluia.

Salmi e cantico della domenica, settimana I

2 Ant. Pastore vigilantissimo, cominciò il giudizio dal Santuario e promosse con grande zelo il decoro della Sposa. Alleluia.

3 Ant. Sorse Gregorio come un fuoco, e la sua parola ardeva come una fiaccola. Alleluia.

Ant. al Ben. Dissero i potenti del mondo: Impadroniamoci del Tempio di Dio. Ma Gregorio stette come un baluardo di difesa alla casa di Israele. Alleluia.

ORAZIONE

Concedi alla Tua Chiesa, te ne preghiamo, o Signore, quello spirito di fortezza e quello zelo per la rettitudine che facesti risplendere nel beato Gregorio VII papa, affinché, odiando l’iniquità, possa liberamente amare la giustizia. Per il Nostro Signore Gesù Cristo

Vespri

INNO come alle Lodi

1 Ant. Sacerdoti di Dio, benedite il Signore; servi del Signore, inneggiate al Signore. Alleluia.

Salmi e Cantico dal Comune dei Pastori.

2 Ant. Gregorio, durante la sua vita, restaurò la casa di Dio e fortificò il Santuario. Alleluia.

3 Ant. Gregorio assunse, suo malgrado, l’ufficio di Pietro; Pastore forte ed umile non temé le potenze terrene, accolse in grembo le pecore di Cristo, allontanò coi fulmini i lupi. Alleluia.

Ant. al Magn. Ho amato la giustizia e odiato l’iniquità, perciò muoio in esilio.

ORAZIONE come alle Lodi

13 luglio

DEDICAZIONE DELLA BASILICA METROPOLITANA

Festa (Solennità per la Cattedrale)

L’Arcivescovo salernitano Alfano I, il 13 luglio 1081, consacrò la Cripta della Chiesa Cattedrale. Nello stesso giorno si ricorda la Consacrazione della Basilica Cattedrale, compiuta il giorno 11 luglio del 1084 dal Sommo Pontefice S. Gregorio VII.

Tutto dal Comune della Dedicazione della Chiesa

3 agosto

S. PIETRO ANAGNINO, VESCOVO

Memoria facoltativa

S. Pietro, nato a Salerno da nobile famiglia, fu monaco nel Monastero di S. Benedetto, nella sua città natale. Ami­cissimo di Ildebrando, nel 1063 fu nominato vescovo di Anagni da Alessandro II, il quale lo inviò quale Legato Apostolico presso la Corte di Bisanzio. Tornato ad Anagni, ivi morì, nel 1104, e riposa nella Cripta della Cattedrale della stessa Città.

 Dal Comune dei Pastori.

 ORAZIONE

O Dio, che hai unito alla schiera dei santi pastori il vescovo Pietro, mirabile per l’ardente carità e per la fede intrepida che vince il mondo, per sua intercessione fa che perseveriamo nella fede e nell’amore, per aver parte con lui alla tua gloria. Per il nostro Signore.

 9 agosto

BEATO GIOVANNI GUARNA, RELIGIOSO

Memoria facoltativa

Il beato Giovanni Guarna, nato a Salerno da un’antica famiglia normanna, a Bologna fu accolto nell’Ordine dei Frati Predicatori dallo stesso S. Domenico. Strenuamente difese la dottrina cattolica dagli errori dei Patarini. A Firenze fondò il convento di S. Maria Novella ed è sepolto nella basilica dello stesso nome.

Dal Comune dei santi, per i religiosi.

ORAZIONE

O Dio, che per l’incremento della fede hai reso il beato Giovanni, banditore della tua parola, concedici, per la sua intercessione, che ciò che crediamo col cuore, lo professiamo con le labbra a nostra giustificazione e salute. Per il nostro Signore.

30 agosto

SANTI MARTIRI FORTUNATO, GAIO e ANTE

Patroni secondari della città di Salerno Festa

I Santi Martiri Fortunato, Gaio ed Ante, cittadini salernitani, subirono il martirio per la fede cristiana a Salerno, durante la persecuzione di Diocleziano. Furono venerati come celesti Patroni della città di Salerno, prima della traslazione delle Sacre Reliquie di S. Matteo Apostolo ed Evangelista.

Dal Comune di più Martiri, eccetto quanto segue

Ufficio delle letture

INNO

Salve, o giorno dedicato

alla festa dei Patroni,

risplendenti di virtù.

Disprezzando i falsi beni,

pronti offrirono la vita

in omaggio al Re Divino.

Il potente patrocinio

liberò la patria oppressa,

ridonò serenità.

Leva l’inno della lode

ai celesti Protettori,

o Salerno, alma città.

Essi additano la via

che conduce ai veri beni,

nella patria del cielo.

Allontanano i pericoli,

ti difendono dai mali,

ti richiamano a virtù.

Lode al Padre ed al Figliuolo,

allo Spirito d’amore,

per i secoli dei secoli. Amen.

SECONDA LETTURA

Dagli Scritti di Alfano I, Arcivescovo di Salerno.

(Prologo della Vita e Martirio di S. Cristina)

(Migne, P. L. 147, 1267)

Le anime dei combattenti sono incitate alle lotte gloriose.

L’onore di Dio si manifesta quando si lodano i martiri, e le anime dei militanti si sentono maggiormente incitate alle lotte della fede. È un fatto innegabile che, nelle lotte umane, gli spiriti bollenti dei soldati, all’improvviso, atterriti dal timore delle guerre o da un fragore inatteso, si affievoliscono e vengono meno, fino al punto di sentirsi spinti a fuggire, piuttosto che imbracciare le armi.

Ma quando richiamano alla loro mente le antiche vittorie dei prodi, e la gloria, l’onore, la libertà e le loro stesse imprese gloriose, si trasformano da pavidi in coraggiosissimi e, diventati improvvisa­mente più valorosi, affrontano le schiere nemiche più agguerrite.

Lo stesso avviene nei combattimenti per la fede, giacché coloro che devono affrontare i crudelissimi tormenti dei sadici tiranni e le insidiose lusinghe dei demoni, richiamandosi alla mente le gloriosissime passioni dei martiri e le corone immortali da loro ottenute dopo la vittoria, si impegnano nella lotta, spinti dalla speranza saldissima del trionfo.

In tal modo anch’essi, dopo di aver felicemente combattuto, raggiungono il premio eterno desiderato. Nel ricevere la ricompensa delle loro fatiche davanti al Tribunale celeste, diventati compagni degli angeli, amici di Dio Onnipotente, si aggirano negli splendidi triclini, fulgidi come l’aurora, passeggiano per giardini amenissimi, adorni di rose primaverili, di candidi gigli, di viole purpuree, in un’eterna primavera, in una serenità incessante, in una intramontabile freschezza, e in una pace senza fine, godono quanto avevano desiderato.

Sono questi i premi che spingono i timidi a diventare coraggiosi e, trasformandoli in agguerriti combattenti delle divine battaglie, li inducono a conse­guire con le loro mani le promesse vittorie.

RESPONSORIO

R. Quando noi combattiamo nelle battaglie della fede, ci è spettatore Dio, ci guardano gli angeli ci osserva Cristo. * È una gloria immensa, una grande felicità combattere alla presenza di Dio, essere coronati da Cristo giudice.

V. Armiamoci con tutte le forze e prepariamoci alla lotta con mente pura, con fede integra, con devota virtù.

*È una gloria immensa.

ORAZIONE

O Dio, che per mezzo dei tuoi beati Martiri Fortunato, Gaio ed Ante, hai illustrato la tua Chiesa, concedi a noi, tuoi servi, di avere come intercessori in Cielo, quelli che veneriamo come patroni in terra. Per il Nostro Signore Gesù Cristo.

Lodi Mattutine

INNO

Sia lode, onore e gloria ai Santi Martiri,

che, imporporati con il proprio Sangue,

sono aggregati alla milizia eterna.

 Impavidi affrontarono la lotta,

invitti superarono le prove,

e offrirono la vita al Re divino.

Incoronati di eterno diadema,

risplendono con Cristo nella gloria,

trionfano nel Regno dell’amore.

 Potenti presso il trono del Signore,

ci ottengono dal cielo i santi doni,

ci esortano e ci guidano a virtù.

O Fortunato, milite di Cristo, ottieni,

con le sante tue preghiere,

d’esserti un dì compagni nella gloria.

O Gaio invitto, impetraci da Dio

di camminare sulla retta via

che conduce a salvezza e santità.

O fiore di fortezza, Ante beato,

sostieni nella prova e nella lotta

noi che bramiamo di seguirti in Cielo.

O Re divino, donaci la grazia

d’essere sempre sudditi fedeli,

per venire a godere il Regno eterno. Amen.

1 Ant. Questi sono i Santi che offrirono i loro corpi per la legge di Dio, e lavarono le loro stole nel sangue dell’Agnello.

Salmi e cantico della Domenica, settimana I

2 Ant. I Santi che sperano nel Signore avranno la fortezza, prenderanno le ali come aquile e voleranno senza stancarsi.

3 Ant. La dimora dei Santi è nel Regno Celeste e il loro riposo è eterno.

Ant. al Ben. Furono trafitti con la spada, ma vivono immortali, sicuri della loro felicità, solleciti della nostra salvezza.

Vespri

INNO come alle Lodi

1 Ant. O beati Martiri, custodi e guida della Patria, pregate il Signore per il popolo, che devotamente celebra il vostro martirio.

Salmi e Cantico dal Comune dei Martiri

2 Ant. Questi sono i gloriosi Martiri di Cristo che, disprezzando il mondo, oggi hanno meritato di raggiungere il Regno Celeste.

3 Ant. Questi sono i Santi gloriosi, i Soldati invitti, del cui patrocinio i Salernitani si rallegrano ed esultano.

Ant. al Magn. O Martiri gloriosi, cuore e difesa della Patria, il sangue che generosamente spargeste per il Signore, interceda sempre in nostro favore.

5 settembre

S. PIETRO POLICASTRENSE, VESCOVO

Memoria facoltativa

S. Pietro Pappacarbone, patrizio salernitano, eletto vescovo di Policastro e poi abate del Monastero di Cava, mori nel 1123 e riposa nell’altare maggiore della Basilica Cavense, poco lontano dal sepolcro di S. Alferio, del quale fu nipote ed erede della Santità.

Dal Comune dei Pastori.

ORAZIONE

O Dio, luce e pastore dei credenti, che hai chiamato S. Pietro vescovo a illuminare la comunità cristiana con la parola e a formarla con la testimonianza della vita, fa che custodiamo la fede che ci ha insegnato e seguiamo la via che ha tracciato con l’esempio. Per il nostro Signore.

21 settembre

S. MATTEO APOSTOLO ED EVANGELISTA

Patrono principale della Città ed Archidiocesi di Salerno

Festa (Solennità per la Città)

Nato a Cafarnao, esercitava la professione di esattore delle gabelle, quando fu chiamato da Gesù. Scrisse il Vangelo in lingua ebraica e, secondo la tradizione, predicò in Oriente. È il Patrono principale della Città ed Archidiocesi, e il suo sacro corpo riposa nella Cripta della Basilica Cat­tedrale.

Dal Comune degli Apostoli, eccetto quanto segue.

Primi Vespri

INNO

Vieni, divino Spirito d’amore,

ispiraci a cantare le tue lodi,

nella nobile festa del Patrono.

La forza tua divina lo sottrasse

al fascino bugiardo del denaro,

cambiandolo in Apostolo di Cristo.

Tu lo rendesti guida delle genti,

nostro Maestro per la via del cielo,

verso la meta che il Signore addita.

O Spirito Paraclito, concedi

che tutti noi, per il suo trionfo,

viviamo in pace, liberi dal male.

È dono del tuo amore, o Santo Spirito,

se l’invochiamo intercessore e padre,

valido difensore ed avvocato.

Sia gloria al Padre infinito ed eterno,

sia gloria al Figlio, Sapienza increata,

sia gloria a te, Spirito Santo Amore.

Amen.

1 Ant.Gesù vide un pubblicano di nome Levi, che sedeva al banco della gabella, e gli disse: Seguimi.

Salmi dal Comune degli Apostoli.

2 Ant. Ed egli, lasciata ogni cosa, lo seguì.

3 Ant.Levi preparò un sontuoso banchetto in casa sua e vi partecipò un gran numero di pubblicani e di altre persone che erano con loro.

Ant.al Magn.Il Signore si preparò un degno martire; lo chiamò all’Apostolato, mentre sedeva al banco della gabella, e lo insignì con corona di primo evange­lista. Alleluia.

ORAZIONE come alle Lodi

Ufficio delle letture

INNO

O Gesù, calamita dei cuori,

con la grazia tua forte e soave,

tutti attiri al tuo Regno d’amore.

Il tuo invito divino trasforma

chi confida soltanto nell’oro

e lo rende bramoso del Cielo.

Con te viene dovunque e per sempre,

vessillifero della tua Croce,

portatore del verbo di vita.

Alla luce del Santo Vangelo,

alla fiamma del fuoco celeste

egli attinge del fuoco celeste

egli attinge sapienda ed ardore.

Tu lo guidi a trionfare sul male,

sui suoi passi germogliano i fiori

di mirabili, sante virtù.

O Signore, la grazia divina

tragga a te le nostre anime erranti,

come attrasse l’Apostolo Santo.

Gloria al Padre infinito ed eterno,

gloria a te, o Sapienza increata,

e allo Spirito Santo, per sempre. Amen.

La prima e la seconda lettura coi responsori propri come nella Liturgia delle Ore.

ORAZIONEcome alle Lodi

Lodi Mattutine

INNO

Questo è il giorno consacrato

alle lodi del Patrono;

cielo e terra sono lieti

ed esultano con noi.

Primo storico di Cristo,

ne tramanda la dottrina,

la conferma con la vita,

la sigilla col martirio.

Schiere angeliche esultanti

vanno incontro al vincitore

nel fulgore del Suo Sangue,

ammantato di virtù.

L’immortale Re divino

dona il premio celeste

al fedele annunziatore

del suo Regno universale.

Santo Apostolo Matteo,

dalla sede tua beata

volgi gli occhi ai tuoi fedeli,

che il Signore ti affidò.

Il Signore onnipotente,

per tuo mezza, a noi conceda

cuore docile e contrito

ed amore alla virtù.

Tutti, insieme col Patrono,

inneggiano al Padre Santo,

al Figliuolo Redentore,

allo Spirito d’amore. Amen

1 Ant. Questi è l’avveduto mercante che, avendo trovato una perla preziosa, vendette tutto ciò che aveva e la comprò.

Salmi e Cantico della Domenica, settimana I

2 Ant. Seguendo il Signore si fece povero, ma ora entra nel Cielo ricco, perché ha ottenuto un tesoro imperituro.

3 Ant. Il Signore diede grande potenza alla parola di chi lo annunziava; diede alla sua voce la forza della virtù.

Ant. al Ben. Gesù vide un uomo al banco della gabella, di nome Matteo, e gli disse: Seguimi. Ed egli, alzatosi, lo seguì.

ORAZIONE

O Dio, che nel disegno della tua misericordia, hai scelto Matteo il pubblicano e lo hai costituito apostolo del Vangelo e nostro Patrono, concedi anche a noi, per il suo esempio e la sua intercessione, di corrispondere alla vocazione cristiana e di seguirti fedelmente in tutti i giorni della nostra vita. Per il Nostro Signore Gesù Cristo

Secondi Vespri

Inno e antifone come ai primi Vespri. Salmi al Comune degli Apostoli.

Ant. al Magn. Preferisco la misericordia al sacrificio, dice il Signore; perché non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

ORAZIONE come alle Lodi

26 settembre

BEATA LUCIA DA CALTAGIRONE, VERGINE

Memoria

La beata Lucia da Caltagirone, tra le Clarisse in Salerno: abbracciò la regola di S. Francesco, consacrandosi al Signore. Visse santamente e morì nel 1336. Il suo corpo, trasferito nella Basilica Cattedrale, ivi fu con onore sepolto.

Dal Comune delle vergini.

ORAZIONE

Ascolta, Signore, le preghiere di questa tua famiglia, che venera con gioia la testimonianza verginale di S. Lucia, e donaci di rimanere sempre in te, per crescere di giorno in giorno nel tuo amore. Per il nostro Signore.

5 ottobre

S. ALFERIO ABATE

Memoria

S. Alferio Pappacarbone, patrizio salernitano, già ambasciatore del Principe della sua Città, fondò il Monastero: della SS. Trinità in Cava e ne fu primo abate. Dopo una vita lunga e austera, morì nel 1050. Sepolto nella grotta, che fu sua cella e poi oratorio di S. Michele, ivi riposa, venerato dalla grande devozione dei fedeli.

Dal Comune dei santi, per i religiosi.

ORAZIONE

O Dio, che nel Santo Abate Alferio hai offerto alla tua Chiesa un modello di perfezione evangelica, concedi a noi, nelle mutevoli situazioni della vita, di aderire con tutte le forze al regno dei cieli. Per il nostro Signore.

5 novembre

MEMORIA DI TUTTI I SANTI, DI CUI SI CONSERVANO LE RELIQUIE NELLE CHIESE DELLA ARCHIDIOCESI DI SALERNO

Memoria

Si fa memoria, in particolare, dei santi martiri Cassiano, Clemente e Paolina; dei santi vescovi Quingesio, Elpidio di Atella e Prisco di Nocera; dei santi uomini Cirino, Cione, Elpicio e Berniero; delle Sante Vergini Marina e Costanza, e di molti altri, le cui reliquie sono custodite nelle chiese dell’Archidiocesi.

Tutto dal Comune di più Martiri,

eccetto l’orazione seguente.

ORAZIONE

O Dio onnipotente ed eterno, che hai dato ai Santi martiri la grazia di comunicare alla passione del Cristo, vieni in aiuto alla nostra debolezza; e come essi non esitarono a morire per te, concedi anche a noi di vivere da forti nella confessione del tuo nome. Per il Nostro Signore Gesù Cristo

PER LA DIOCESI DI ACERNO

7 agosto

S. DONATO, VESCOVO e MARTIRE PATRONO PRINCIPALE DELLA CITTA’ e della DIOCESI di ACERNO

Festa (Solennità per Acerno)

Donato, dopo che i genitori furono martirizzati per Cristo, nella persecuzione di Diocleziano, lasciò Roma e si trasferì ad Arezzo, in Toscana, dove diede mirabili esempi di pietà cristiana. Sebbene riluttante, fu eletto Vescovo della città dal clero e dal popolo unanimi.

Distinto per meriti e miracoli, subì il martirio per Cristo.

Dal Comune dei Pastori, eccetto quanto segue.

Primi Vespri

INNO

Salve, o Pontefice santo

e modello a noi fedeli,

che sigilli col tuo sangue

la dottrina del Vangelo.

Lieti e memori leviamo

delle grazie l’inno santo,

per la dolce tua custodia

e il perenne patrocinio.

Presta ascolto ai nostri gemiti,

quando infuria la bufera,

o la grandine devasta

o la siccità distrugge;

quando il fulmine ci schianta,

o la terra ci sconvolge

con terribili sussulti

che scoperchiano le tombe.

Con la destra tua potente

porgi aiuto ai tuoi devoti,

tu che desti la tua vita

olocausto per Cristo.

Dona gioia ai cuori affranti,

esaudisci le preghiere,

fa che noi vinciamo il male

e giungiamo ai beni eterni.

Il Signore Uno e Trino,

cui dà gloria 1’universo,

per le preci di Donato,

ci conceda il Paradiso. Amen

ORAZIONE come alle Lodi

Ufficio delle Letture

INNO

Oggi è il giorno consacrato

al Patrono glorioso;

esultiamo nel Signore

e spargiamo i nostri fiori.

Ogni lingua ed ogni cuore

canti memore e devoto

delle grazie l’inno santo,

per i doni che ci ha dato.

O Donato, tu ci strappi

dalle fauci dell’inferno,

tu ci liberi dal male,

tu ci ottieni vita eterna.

Il Signore Uno e Trino,

cui dà gloria l’universo,

per le preci di Donato,

ci conceda il Paradiso. Amen.

SECONDA LETTURA

Dal Sermone di S. Pietro Damiani

Risplenda su di noi la luce della grazia celeste

O dilettissimi, è l’insigne festa dei beati martiri Donato e Ilarino, che, richiamando da ogni parte i devoti, invita anche noi a unire le nostre lodi, per quanto ci è possibile.

È il giorno in cui, lasciando questo misero mondo, si liberarono dal peso del corpo e rivestirono la stola dello splendore angelico; riportando la vittoria sul demonio, offrirono la palma del glorioso combat­timento al Sovrano della milizia celeste, imporporati col proprio sangue, circondati da cori angelici osannanti, portarono nel regno celeste il vessillo della ottenuta vittoria.

Procedendo per grado, passarono dal combattimento alla palma, e dalla palma alla corona. Mentre sembrava che combattessero con un nemico visibile, meritarono di sconfiggere in esso il nemico invisibile. Contro i dardi nemici opponevano come scudo i loro corpi, ma la loro fede, tenacemente radicata nella mente, li rendeva invincibili.

Il beato Donato, al quale in modo particolare si rivolge il mio discorso, fin dai più teneri anni mortificava col rigore dell’astinenza gli istinti pericolosi della carne, e solcava la terra del suo corpo col vomere della disciplina, perché ne derivasse un frutto rigoglioso, sotto i raggi della grazia celeste.

Come la terra, creata nel primo giorno, riceve al terzo giorno l’ordine di germinare; e al quarto giorno è illuminata dal sole, dalla luna e dalle stelle; così, nella potenza misteriosa della SS. Trinità, riceviamo i germi delle buone opere, perché, risplenda in noi la luce della grazia celeste.

Così il martire insigne dapprima fu come arato e seminato nella terra della sua carne, e produsse i frutti di opere sante, poi, come un raggio luminoso della grazia celeste, rifulse per lo splendore dei segni e dei miracoli.

ORAZIONE come alle Lodi

Lodi Mattutine

INNO

Buon Pastore e Padre santo,

rendi puro il nostro cuore,

liberandoci dal male,

ottenendoci il perdono.

Su te splende doppia luce:

con la palma del martirio

e con l’infula di Padre

tu ci guidi verso il cielo.

Tu ci sproni nella lotta,

e ci additi i beni eterni,

tu ci chiami a quella gloria

che ottenesti col martirio.

Il Signore Uno e Trino,

cui dà gloria l’universo,

per le preci di Donato,

ci conceda il Paradiso. Amen.

ORAZIONE

O Dio, che nel servizio episcopale di san Donato, martire, nastro Patrono, hai dato alla tua Chiesa un’immagine viva del Cristo, buon pastore, per sua intercessione, concedi al tuo popolo di giungere ai pascoli della vita eterna. Per il nostro Signore.

 Secondi Vespri

INNO come ai primi Vespri

ORAZIONE come alle Lodi